Gemmine e stelline
Oggi è morto un poeta
Ero
annoiato quando ti incontravo. Eri solo
tu a parlare, diluvio di parole e io aspettavo che tu mettessi almeno un
punto (anche solo un punto e virgola) al tuo discorso, perché volevo
interromperti e congedarti, ma tu implacabile solo virgole mettevi...
Uscivi di casa con pochi euro in una tasca, con pochi
euro nell’altra, per condividere (chi si ricorda di fare a metà con il
povero se non il povero?).
Dalla tua sovrabbondante chioma
usciva un po’ di serena poesia, progetti di incontri artistici e di concorsi
letterari. Ma con voce burbera, l’ultimo inverno, ogni tre giorni
telefonavi, comandando di andare ad acquistare le gemmine Plasmon e che
fossero gemmine, non stelline! E mi spiegavi con spiegazioni interminabili
la differenza tra le due nella reazione alla cottura, e io esausto mi
domandavo come e quando nella mia vita fosse comparso questo vecchio omino,
toscanaccio, e soprattutto da dove attingesse l’energia per guardare con
lucida attenzione alle piccole cose: due rime che tra loro mirabilmente
baciassero o due forme di pasta che con la pentola in diverso modo
combinassero.
Ciao, ispido e adorabile poeta,
vengo a posare un fiore. A forma di stellina, però, non di gemmina...
Gianfranco Ribaldone