Intervista a

Pier Firmina Ravizzotti, Lu 2006

Per ascoltare l'intervista, fare click sulla foto, alzare il volume al massimo.

 Monte Kenia

 

 

 

 

 

La prima posso prenderla dal tempo in cui sono stata in Kenia.

Allora facevo soprattutto l'insegnante

e per un periodo sono stata ad insegnare nella scuola dei sordomuti

ed avevo una classe terza di una decina di bambini

che sono proprio gli ultimi degli ultimi,

perché in Kenia, non so negli altri posti, ma in Kenia

il sordomuto, dato che non sa rispondere,

a volte è considerato come povero di mente

e quindi le famiglie lo vedono come una maledizione

e appena possono se ne fanno fuori,

li lasciano, li abbandonano da qualche parte.

Quindi quasi tutti i bambini che avevo in classe erano di queste origini, gli ultimi degli ultimi.

 

Io sono arrivata lì a far scuola per un caso fortuito

perché stavo insegnando in una seconda

e poi il master di questa scuola ha insistito che andassi.

Sono andata e mi sono resa conto che di religione questi ragazzi sapevano soltanto

che Dio era potente e che, se loro non erano bravi, se le prendevano: quindi il giustiziere.

E questo mi ha subito stretto il cuore,

mi ha fatto proprio star male,

perché io dicevo: “Ma, oltre che hanno una grossa disgrazia,

così nell'handicap, proprio anche non sapere che Dio li ama...”

Soltanto che, giustamente, io capivo perché gli altri insegnanti si sono dati per vinti,

perché il sordo non ha il vocabolario per parlargli di cose spirituali

e allora non è una cosa da poco.

 

Allora mi sono messa a pregare

e dicevo a Gesù: “Tu che sei in me parla con Te che sei in loro. Dobbiamo farcela”

Allora poi ho fatto la mia lezione sulla creazione,

tutta adatta a loro: “Allora chiudiamo gli occhi. Ecco, adesso tenete gli occhi chiusi”

Li ho fatti aprire.

Ecco, cosa vedevate?”

E loro: “Niente”

Ecco, all'inizio c'era niente”

Ho raccontato e naturalmente ho sottolineato il fatto che Dio creava il mondo

e preparava la nostra casa. Quindi è l'inizio del Suo grande atto d'amore.

Loro mi ascoltavano molto molto attenti, mi facevano dei grandi sorrisi,

però non capivo subito se l'avevano capito. “Signore, pensaci tu”

 

Poi, all'indomani mattina, all'ora delle news, come le chiamiamo, delle notizie,

in cui, per aiutare il sordomuto ad arricchire il vocabolario,

loro si mettono da soli a cercare di comunicare una notizia del giorno precedente o della mattina,

in modo che, se gli mancano le parole,

vengono dall'insegnante, spiegano come possono e acquistano il vocabolario,

ad un certo punto, quando già avevo aiutato tanti (praticamente erano tutti che scrivevano),

una bambina, Rose Mary si chiamava, undici o dodici anni, è venuta con il suo quaderno

e c'era scritto, in inglese naturalmente:

Questa mattina mi sono alzata presto, sono uscita e ho visto il monte Kenia

e ho sentito una grande gioia e poi mi sono ricordata:

quando non c'era ancora niente, Dio ha fatto anche il monte Kenia

e già pensava alla mia gioia...